Il CGD ritiene necessario esprimere alcune considerazioni sui protocolli del governo che accompagnano la riapertura delle scuole dopo la pausa natalizia; considera inaccettabile la posizione di singole Regioni che nel contrastare autonomamente decisioni centrali facilitano di fatto il processo di quella autonomia differenziata preludio di ulteriore disparità e disuguaglianza tra gli studenti di regioni diverse.
La scuola in presenza era e rimane un obiettivo da perseguire, ma il tracciamento con tampone e a tappeto di tutti gli studenti e studentesse non doveva essere abbandonato se si vuole effettivamente avere dati certi sulla situazione ed intervenire di conseguenza; poteva essere effettuato a scuola, tramite un impegno delle strutture della ASL, o privatamente in termini gratuiti con consegna alla scuola del certificato attestante la negatività.
La situazione della pandemia è drammatica, i vaccini sono essenziali ma le criticità per molti motivi permangono ed impongono precauzioni da parte di tutti; non vorremmo che siano proprio le scuole e i loro studenti a pagare ancora una volta i prezzi più alti e non vorremmo assistere a trattamenti differenziati tra categorie sociali per salvaguardare alcuni interessi a discapito del bene imprescindibile dell’istruzione. Dopo due anni di pandemia ci aspettavamo provvedimenti che non sono arrivati: assunzione del personale insegnante, rafforzamento dei mezzi pubblici e interventi sul fenomeno delle “classi pollaio” con l’indispensabile abrogazione della legge che le istituiva.
Né è praticabile l’ipotesi di un insegnamento, da parte degli stessi docenti, parte in DAD e parte in presenza sia per motivi organizzativi sia per motivi squisitamente didattici e pedagogici.
Né è condivisibile la presa di posizione di molti dirigenti scolastici che a fronte di una situazione emergenziale chiedono il ritorno per tutti gli studenti alla DAD: li vorremmo nostri alleati nel chiedere risorse e mezzi e buone pratiche perché le nostre bambine/i, i nostri ragazzi tutti possano esercitare compitamente il loro diritto allo studio.
E’ ora tempo di utilizzare gli investimenti per superare affrontare l’emergenza, ma avendo in mente una idea di scuola necessariamente rinnovata, in grado anche di recuperare il senso che la Costituzione le attribuisce: ritornare alla scuola pre- pandemia senza aver sanato i danni vecchi e annosi e i nuovi, determinati dalla pandemia, sarebbe una sconfitta dell’intero Paese, non solo una responsabilità verso le nuove generazioni.
Roma,9/01/2022