La petizione

APPELLO PER LA RACCOLTA DI FIRME

Al Sindaco

All’Assessora alla Pubblica Istruzione

Comune di Modena

I nidi non si toccano

Conquistati dalle donne a fine anni 60 sull’onda delle lotte per l’emancipazione, che ne affermavano il diritto al lavoro e alla condivisione delle cure domestiche, passati attraverso una progressiva  definizione di merito grazie alle educatrici che in essi hanno lavorato, e che hanno adottato, accanto ad una pedagogia moderna che ha fatto storia, il punto di vista del pensiero delle donne, i nidi hanno rappresentato l’eccellenza nell’offerta educativa per le bambine e i bambini 0 – 3 anni. Questa qualità non è stata mantenuta nel tempo: l’appalto in gestione a privati e cooperative non è iniziata con il Coronavirus, è stata pratica degli ultimi anni ed ha portato il numero dei nidi pubblici a 15, la metà di quelli “esternalizzati”. Il Comune ha risparmiato, ma lo ha fatto anche nella qualità, che non si raggiunge certo con un lavoro femminile declassato: le educatrici dei servizi appaltati sono meno retribuite, meno tutelate e spesso meno formate. La qualità si ottiene investendo sui servizi, perché siano il più possibile universali e gratuiti.

Proprio il Coronavirus ha fatto vedere chiaramente che il definanziamento del Servizio Sanitario Nazionale  a favore di quello privato, e la conseguente cessione, da parte del pubblico, della propria funzione di modello di qualità, ha portato a situazioni drammatiche negli ospedali. Il cambiamento di prospettiva, necessario e ineludibile, vale altrettanto per i servizi di welfare, nidi in primo luogo. E’ ora di ricominciare a considerare sanità, servizi sociali, scuola come beni e patrimonio della comunità, non alienabili, perché non vengano meno criteri ed etica degli interessi pubblici e dei cives, a partire dai più deboli.

La discussione sui nidi è andata avanti anche in questi anni tra le donne e le richieste di nuove regole d’accesso che facilitino l’inclusione, del prolungamento estivo, di flessibilità che rispondano alle esigenze di soggetti diversi devono vedere il Comune al centro di questo cambiamento, che non è possibile affidare ad altri.

Oggi più che mai, dato che sul tavolo si aggiungeranno altri problemi, come la sicurezza e la tutela delle bambine e dei bambini e delle operatrici dei servizi, alla riapertura a settembre.

Chiediamo:

–      di mantenere una quota prevalente della gestione pubblica in un sistema integrato, che deve affiancare alla gestione diretta il controllo costante degli standard di qualità delle realtà private presenti, come previsto dalle leggi,

–      la messa a concorso di tutti i posti vacanti di educatrici d’infanzia presenti a settembre nei nidi comunali, come impegno visibile ed immediato da parte dell’Amministrazione,

–      l’istituzione di un tavolo con una rappresentanza delle associazioni delle donne, del sindacato e del Coordinamento dei consigli dei genitori, per valutare assieme i percorsi migliori per raggiungere soluzioni che coniughino la qualità dell’offerta formativa con la piena valorizzazione del lavoro delle donne, alla luce delle richieste che usciranno nel dopo  emergenza.

FIRMATO

Ass. cult. Femminista Blu Bramante; UDI Unione Donne Italiane; Luciana Torricelli; Francesca D’Alfonso.

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